Soltanto le “trote” non capirebbero che dietro questa ‘razionalizzazione’ c’è in realtà il progetto di accorpare le segreterie e il personale Ata: laddove ho cinque segreterie, cinque Dsga, ne faccio una e magari, grazie all’emendamento Puglisi ed a qualche ‘Pon’, esternalizzo parte del lavoro e del personale. Gli altri pesci deputati alla ‘mattanza’ sono i docenti, i quali potranno essere utilizzati a seconda della progettualità e delle progettazioni delle reti di scopo, i cui confini territoriali sono indefiniti, ben oltre l’ ambito territoriale, persino su altri profili, tanto gli accordi sulla “formazione” avranno proceduto ad istituzionalizzarne e sancirne il definitivo “demansionamento”. PEGGIO ANCORA DELLA PERDITA DELLA TITOLARITÀ! I docenti (indipendentemente dalle abilitazioni possedute) potranno essere utilizzati sostanzialmente come intercambiabili “insegnanti a progetto”! Tanto che le “reti di scopo” “declineranno opportunamente”: “I criteri per l’individuazione del capofila di rete; i compiti del capofila di rete; l’ articolazione organizzativa delle funzioni; le funzioni della rappresentanza di rete;” e si occuperanno di : 1) “Alternanza scuola lavoro” (ma guarda un po’) sotto l’egida degli imprenditori e delle imprese presenti nel territorio, CON GLI STUDENTI A FAR DA MANOVALANZA SOSTANZIALMENTE GRATUITA che “risponda all’esigenza di sviluppare gli interessi e le inclinazioni nei settori delle arti e dell’artigianato”. 2) Sistema di orientamento (una bella selezione di classe non fa mai male)! 3) Piano Nazionale Scuola Digitale, perché occorre foraggiare il mercato dei software e degli hardware e “dematerializzare i rapporti umani soprattutto quelli educativi” 4) Inclusione e contrasto alla dispersione scolastica, così che invece di innalzare l’obbligo scolastico e affrontare in termini di “riforma vera” il problema, si offrono paliativi mirabolanti attraverso inutili progetti detti delle “scuole al centro”, nati solo per foraggiare “esperti” esterni ed aumentare l’orario di sevizio di docenti e collaboratori scolastici. 5) Disabilità e inclusione degli alunni, mentre si riducono gli insegnanti di sostegno a “somministratori” di medicinali o assistenti (vd. legge delega sulla riforma del sostegno) si tagliano vergognosamente gli organici, le ore di sostegno e le prestazioni sanitarie gratuite per i disabili e l’Invalsi chiede di escludere (dopo i diversamente abili) anche bambini e ragazzi stranieri dalla somministrazione dei test standardizzati; 6) Attività di formazione per il personale scolastico funzionale al demansionamento.
Altri pesciolini a cadere nella rete, saranno proprio i Dirigenti Scolastici (anche perché alcuni di essi si credono squali pur essendo soltanto utilissimi tonni). A loro è riservata una vera e propria mattanza. Si provvederà affinché si sbranino tra loro perché il preside della scuola capofila sarà il preside più potente, il più allineato all’amministrazione, quello meglio valutato, quello che avrà più soldi, quello della scuola più ricca. Dopo di che, si provvederà ad accorpare e chiudere le istituzioni scolastiche “meno produttive”, più costose.
CHI CI GUADAGNA? Un elemento che salta agli occhi è racchiuso in un’altra domanda: in questo nuovo assetto organizzativo, che fine faranno la contrattazione integrativa d’istituto e le Rsu? E come verrà rivisitato il criterio della rappresentatività sindacale oggi connesso alle elezioni Rsu?
L’Unicobas, CHE HA SEMPRE SOSTENUTO l’inemendabilita’ ed ‘inaccettabilita’ della “Buona Scuola”, ancora una volta invita ad una lotta vera. Non fate approvare in seno ai Collegi dei docenti e ai Consigli d’istituto le reti di ambito, è la stessa circolare ad affermare che gli accordi istitutivi delle reti di ambito devono essere approvate dai Consigli d’Istituto di ciascuna istituzione scolastica e che l’istituzione delle ‘reti’ non è obbligatoria! Non seguite la corrente, non cadete nelle reti!
Unicobas Scuola – Federazione sindacale dei comitati di base Sede Nazionale: Via Casoria, 16 – 00182 Roma
Se vuoi leggere in seguito l’ articolo puoi anche scaricarlo in formato pdf