LINEE GUIDA APPROVATE MA NON CI SIAMO
Venerdì 26 si è concluso l’accordo sulle linee guida con tutti i governatori salvo il campano Vincenzo De Luca che considera «Irresponsabile il voto il 20 settembre» e pone anche un problema di organico non definito.
Il ministro degli affari regionali Boccia in risposta alle molte lamentele dei presidi afferma che «le linee guida non sono intoccabili e niente è imposto: saranno loro, sul campo, a dirci se qualcosa va cambiato, e lo aggiusteremo. Con i ministri Speranza e Azzolina abbiamo concordato che due settimane prima dell’inizio della scuola faremo una ulteriore valutazione».
Tra i passaggi più importanti del documento, si legge che “in ciascuna Regione l’organizzazione dell’avvio dell’anno scolastico sarà articolata, in primo luogo, con la istituzione di appositi Tavoli regionali operativi, insediati presso gli Uffici Scolastici Regionali del Ministero dell’Istruzione”.
Per ciò che concerne le misure di prevenzione e protezione da attuare nelle singole istituzioni scolastiche per la ripartenza, si fa esclusivo rinvio al Documento tecnico del CTS del 28 maggio 2020 e ai successivi aggiornamenti, allegati al presente testo.
In particolare, con riferimento al distanziamento fisico: «Il distanziamento fisico (inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione…».
Poi si sottolinea che il CTS, almeno 2 settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, aggiornerà, in considerazione del mutato quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”: non è detto, quindi, che gli alunni debbano indossare, per l’intera permanenza nei locali scolastici, una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione.
Via libera anche ad ulteriori forme di flessibilità derivanti dallo strumento dell’Autonomia, sulla base degli spazi a disposizione :
– una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento;
– l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso;
– una frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici;
– per le scuole secondarie di II grado, una fruizione per gli studenti, opportunamente pianificata, di attività didattica in presenza e, in via complementare, didattica digitale integrata, ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibile ovvero le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentano;
– l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, ove non già previsto dalle recenti innovazioni ordinamentali;
– una diversa modulazione settimanale del tempo scuola, su delibera degli Organi collegiali competenti.
– un diverso frazionamento del tempo di insegnamento, più funzionale alla declinazione modulare del tempo scuola.
Per quanto riguarda la disabilità: “Nel rispetto delle indicazioni sul distanziamento fisico, la gestione degli alunni con disabilità certificata dovrà essere pianificata anche in riferimento alla numerosità, alla tipologia di disabilità, alle risorse professionali specificatamente dedicate, garantendo in via prioritaria la didattica in presenza”.
Le scuole dovranno organizzare, singolarmente o in rete, attività di formazione specifica per il personale docente e ATA, in materia di utilizzo delle nuove tecnologie informatiche necessarie allo smart working.
Niente assembramenti e ingressi scaglionati e nuovi spazi ricavati all’interno delle scuole con
interventi di manutenzione ordinaria o di “edilizia leggera” creando spazi supplementari in aree all’aperto interne alla pertinenza scolastica, ove presenti e limitatamente ai periodi in cui le condizioni climatiche lo consentano.
Fonti del MI assicurano che “in queste settimane il Ministero ha messo a punto un software che consente di incrociare, scuola per scuola, il dato degli alunni con quello degli spazi e con il distanziamento indicato dal Comitato tecnico-scientifico: uno strumento nuovo, senza il quale sarebbe stato impossibile individuare le priorità di intervento” e che “secondo una prima analisi gli interventi più urgenti riguarderanno circa il 15% della popolazione studentesca, fatta eccezione per la scuola dell’infanzia che è esclusa da questo calcolo avendo altre indicazioni di distanziamento. Un dato significativo ma inferiore alle previsioni iniziali”.
Altri spazi possono essere ricavati ripristinando i “ circa 3 mila edifici scolastici dismessi a causa del calo demografico e del dimensionamento”.
Per quanto riguarda gli organici, la ministra dell’Istruzione ha detto che si potranno nominare 50 mila docenti e Ata in più: un numero che, conti alla mano, risulta largamente insufficiente alla luce proprio dei dati del 15% di alunni che dovranno essere ospitati in spazi esterni alla scuola dove sono iscritti.
QUINDI IN SOSTANZA LINEE PRECARIE PER UN RIENTRO ALL’INSEGNA DEL FAI DA TE E SOPRATTUTTTO SENZA L’ASSICURAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER LO SDOPPIAMENTO DELLE CLASSI ED UN CONSISTENTE AUMENTO DEL PERSONALE DOCENTE ED ATA.
LA LINEA DEL GOVERNO NON CAMBIA, COMPLICI LE REGIONI, E NEANCHE LA NOSTRA CAMBIA: LA LOTTA PER OTTENERE IL RIENRO IN SICUREZZA CONTINUA E NON SARANNO CERTO TROVATE DI BASSA LEGA, COME QUELLA DI RIDURRE DA 4 MQ A 2 MQ AD ALLIEVO LO SPAZIO NECESSARIO PER MANTENERE IL DISTANZIAMENTO A FERMARCI, ANZI…..
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