NEWS 25/11/2020 SCUOLE TUTTE APERTE: SI, NO, BOH!

La situazione paradossale in cui si trova la scuola ormai è sotto gli occhi di tutti, si potrebbe dire che ormai il re è nudo! Infatti ministra, governo, CTS, presidi, confindustria, sindacati pronta firma etc. stanno praticando una sorta di “strategia della tensione” che consiste nel dire tutto e il contrario di tutto in modo da paralizzare psicologicamente (e non solo) la popolazione, perlomeno quella parte che ancora crede a loro.
Tutti dicono che la scuola deve/doveva rimanere aperta ma poi agitano lo spettro della pandemia, elencano le questioni irrisolte che dovevano garantire il ritorno a scuola in sicurezza:
• riduzione del numero di alunni per classe con lo sdoppiamento della maggior parte delle classi per garantire un distanziamento efficace;
• rendere i trasporti sicuri con un numero di passeggeri non superiore al 50% della capienza;
• insediare nelle scuole dei presidi sanitari che si occupassero di tutte le problematiche covid (individuazione dei casi positivi, tracciamenti, messe in quarantena, etc.).
MA NON ELENCANO MAI LE RAGIONI PER CUI TUTTO CIO’ NON E’ STATO FATTO!
ANZI ARRIVATI A QUEL PUNTO FANNO A SCARICABARILE E POI, SEMPRE AGITANDO L’INELUTTABILE SPETTRO DELLA PANDEMIA, SI AUTOASSOLVONO A VICENDA!
Quindi nella legge di bilancio per il 2021 non è previsto alcun aumento degli organici ( si spera nella diminuzione delle nascite) e nessuna significativa spesa per l’edilizia scolastica e non si dice niente su trasporti e presidi sanitari.
QUINDI IL GIOCO E’ CHIARO: PARALIZZARE PSICOLOGICAMENTE GLI ITALIANI, LASCIARLI NELL’INCERTEZZA PERENNE PER CONTINUARE A FARE QUELLO CHE HANNO SEMPRE FATTO: NIENTE DI TUTTO QUELLO CHE E’ PRIORITARIO, METTENDO SULLO STESSO PIANO I MERCATINI DI NATALE E LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE!
Se le scuole superiori e le altre chiuse nelle zone rosse riapriranno dopo il 3 dicembre nessuno lo sa, o meglio nessuno per ora si vuol prendere la responsabilità.
Conte: «Riapriremo le scuole prima di Natale… si torna in classe compatibilmente con la curva epidemiologica». Notevole esempio di coerenza logica!
Quindi non decide il governo, decide il virus! Ma cosa ha fatto il governo per fermarlo e per assicurare comunque assistenza sanitaria adeguata ai contagiati?
E Azzolina, ormai da tempo impegnata a rifarsi una nuova immagine politica, dopo che è stata distrutta da tutti i suoi errori, esclama, novella Giovanna D’Arco: «Non possiamo immaginare a dicembre di avere strade affollate il pomeriggio e scuole superiori chiuse la mattina».
Un altro punto che non è stato chiarito e che non sarà possibile chiarire fino a che non si metteranno in sicurezza perlomeno i trasporti è: la scuola così come è, con un insufficiente distanziamento e senza areazione adeguata, fino a che punto è veicolo di contagio?
Su questo c’è lo scontro di tutti contro tutti perché ovviamente non ci sono dati sui tracciamenti e quei pochi dati che ci sono riguardano solo le fasce di età e non sono riferiti alla scuola.
INSOMMA UN’ARMATA BRANCALEONE, TOTALMENTE PRIVA DI LOGICA, CHE RIAPRIRA’ LE SCUOLE A CASO!

DOMANDE DI PENSIONE, SCADENZA 7 DICEMBRE, CHIESTA PROROGA

Col D.M. 159 del 12 novembre 2020 e la successiva Nota nr. 36103 del 13/11/2020 e Tabella requisiti cessazione il ministero ha fissato al 7 dicembre 2020 la scadenza per la presentazione, da parte del personale del comparto scuola (esclusi i dirigenti scolastici), delle domande di cessazione per dimissioni volontarie dal servizio e delle istanze di permanenza in servizio.
Termine troppo stretto a causa della attuale evoluzione della pandemia e delle difficoltà incontrate dall’utenza nel recuperare le proprie credenziali (causa anche il cambiamento della casella di posta istituzionale) per cui i sindacati cosiddetti rappresentativi hanno chiesto di prorogare il termine per la presentazione delle domande al 20 dicembre 2020.

IL TAR ORDINA PROVE SUPPLETIVE PER IL CONCORSO STRAORDINARIO

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, aveva detto che per gli insegnanti positivi al coronavirus costretti a casa, o i costretti a casa da positività altrui, non c’era alcuna possibilità di poter affrontare il concorso straordinario : “Abbiamo un parere della Funzione pubblica che vale per tutti i concorsi”, aveva liquidato, “quel parere non prevede prove suppletive”. Ma come al solito quello che dice Azzolina non va preso come oro colato, anzi!
Una precaria di lungo corso di Educazione fisica non ha potuto svolgere la prova lo scorso 29 ottobre per Covid e successiva quarantena e, quindi, si è appellata al Tar,. In prima istanza, lo scorso 20 novembre, ha vinto: “Le prove suppletive devono essere fatte”, ha ordinato la Terza sezione.
Pertanto dovranno essere previste prove suppletive per tutti quei docenti che non possono sostenere le prove perché in isolamento fiduciario o positivi al Covid e il ministero dovrà necessariamente rivedere l’organizzazione dell’intero concorso considerato che, in ogni sessione di prove, vi saranno candidati impossibilitati a parteciparvi.
Si stima che nel Paese possano essere cinquemila, su una platea di 64.563 candidati.

SUPPLENTI COVID: OGGI DOVREBBERO PAGARE GLI STIPENDI

Oggi 25 novembre, i docenti e gli Ata assunti a tempo determinato sull’organico Covid riceveranno forse finalmente lo stipendio. Lo hanno fatto sapere il ministero dell’economia con una nota su www.noipa.gov.mef.it pubblicata il 19 novembre e il ministero dell’istruzione con una circolare emanata il giorno prima (27647/2020). Infatti i pagamenti erano stati sospesi a causa di errori di calcolo, per cui molte scuole avevano sforato il budget assegnato, ma ora sembra che questi errori siano stati corretti.
Verranno liquidati tutti i ratei contrattuali autorizzati dalle istituzioni scolastiche entro e non oltre le ore 18 di lunedì 23 novembre e per i quali sia stata verificata sul sistema della ragioneria generale dello stato la corretta assegnazione delle risorse
Il personale con contratto a tempo determinato può monitorare, in maniera indipendente e in qualsiasi momento, lo stato di avanzamento del singolo contratto e il relativo stato dei pagamenti, su NoiPA, seguendo il percorso Amministrato > Servizi > Contratti scuola a tempo determinato/monitoraggio contratti. Per quanto riguarda, invece, i supplenti nominati per sostituire i docenti e gli ATA anti-Covid il blocco degli stipendi resta fino a uno nuovo avviso.

AZZOLINA SI RIFA’ LA FACCIATA

La ministra cerca di rifarsi un’immagine dopo che, da quando si è insediata al ministero, non ne ha azzeccata una. Per questo scende dal piedistallo e si racconta in modo amicale sul Venerdì di Repubblica, come per dire: fino ad ora ho scherzato!
Dalle prese in giro per il suo cognome fino al motivo per il quale non appare mai in pubblico senza il suo immancabile rossetto rosso, Azzolina svelato alcuni lati sconosciuti della sua personalità.
“Già al liceo mi chiamavano Cazzolina, e ne ridevo, e ora, per aiutarli a ridere, mi tingo le labbra ancora di più”. Rivela di essere di sinistra e che uno dei suoi libri preferiti è Manifesto del partito comunista di Marx e Engels. “Non sono femminista militante. Anche se, quando ho letto le volgarità sessiste contro di me, una forte tentazione mi è venuta”, ha affermato.
Strizza l’occhio anche ai cattolici progressisti pur non essendo credente: “Amo moltissimo questo Papa, e tengo sul tavolo, come guida morale, le opere di don Milani, ma non sono credente, sono agnostica”. Non c’è il femminismo e non c’è la fede, ma c’è Bella ciao nel rossetto di Lucia Azzolina, una canzone “che è fantastica perché è la canzone della liberazione e non del comunismo”.
Fanatica degli arancini al pistacchio Lucia Azzolina racconta della sua infanzia, quando “a casa non c’erano libri e dunque, in questo senso, sono nata poverissima. Mio padre, Vito, è un agente di polizia penitenziaria in pensione. Mia madre, Antonella, è casalinga. Mia sorella Rossana nacque quando avevo sei anni. Insomma in famiglia era dura far bastare uno stipendio che non arrivava a 1.800 euro”.
La scuola “divenne il nascondiglio del mio disagio” racconta e “quando finiva la scuola e tutti festeggiavano, diventavo triste. Per fortuna i miei insegnanti violavano la regola e mi permettevano di prendere in prestito più di due libri per volta. Erano i classici russi, Oblomov e Anna Karenina, i francesi Flaubert e Maupassant… Ogni tanto andavamo al mare, nella spiaggia di Noto, che è la più bella del mondo”. Lucia Azzolina ci fa anche sapere che a quel tempo non metteva il rossetto, che aveva l’acne e che indossava le scarpe da ginnastica, svolazza sul racconto del primo vero amore, e si posa sul motivo per il quale si sia ritrovata tra le fila dei 5 Stelle.

MANOVRA 2021: POCHI SOLDI PER IL CONTRATTO E LE ASSUNZIONI SUL SOSTEGNO

La legge di bilancio 2021 licenziata lunedì sera prevede 25mila docenti di sostegno in più sull’organico di diritto ma solo 5mila di questi prenderanno servizio l’anno prossimo; gli altri saranno spalmati sul 2022/23 e 2023/24. Questo a fronte degli attuali 50.000 posti in deroga: una goccia nel mare!
Stanziati 400 milioni di euro in più per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici scaduto ormai da 2 anni. Questi fondi vanno ad aggiungersi alle risorse già stanziate dall’articolo 1, comma 436, della legge 145/2018: 1.100 milioni di euro per l’anno 2019, 1.750 milioni di euro per l’anno 2020 e 3.375 milioni di euro annui a decorrere dal 2021. I 400 milioni andranno ad impinguare la dotazione finanziaria dal 2021 in poi. Quindi, la somma a regime dovrebbe essere pari a 3775 milioni di euro. Considerato che i dipendenti pubblici, secondo le rilevazioni Istat del 2018 (le più recenti disponibili) sono 3.342.816, i fondi consentono incrementi retributivi medi di 1.129 euro l’anno a testa.
L’importo, però, è al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali (cosiddetto lordo stato). Per arrivare alla cifra netta bisogna togliere circa il 50%. Che è pari, grosso modo, all’importo dei contributi e delle ritenute fiscali. A conti fatti, 40-50 euro in più a testa al mese! Nella scuola gli importi potrebbero essere ancora inferiori. Perché il criterio che viene applicato per la distribuzione degli aumenti consiste nell’applicare una percentuale identica a prescindere dall’importo di partenza delle retribuzioni. E siccome le retribuzioni della scuola sono le più basse del pubblico impiego, ad ogni rinnovo contrattuale la forbice si apre sempre di più e il divario tra qualifiche analoghe nei vari comparti aumenta costantemente. Resta il fatto che il contratto collettivo nazionale del comparto istruzione e ricerca è scaduto dal 2018. E sebbene i fondi per il rinnovo fossero stati già stanziati con la legge di bilancio del 2019 il governo non ha ancora avviato le trattative. Con i 400 milioni in più previsti nella legge di bilancio di quest’anno ci si attende almeno l’emanazione dell’atto di indirizzo all’Aran da parte del governo. Atto di indirizzo necessario per aprire il tavolo negoziale.

ELEZIONI RSU PROROGATE

Le rappresentanze sindacali unitarie saranno prorogate fino all’esito delle prossime elezioni sindacali che si terranno entro il 15 aprile 2022. Lo prevede la bozza di legge di bilancio predisposta dal governo che sarà posta a breve al vaglio del parlamento. La proroga si è resa necessaria per evitare che le operazioni propedeutiche allo svolgimento delle consultazioni e le operazioni di voto all’interno delle scuole si traducessero in un ulteriore veicolo di contagio. Ed anche in ragione del fatto che allo stato attuale (e non è possibile prevedere fino a quando) i docenti delle scuole superiori e in parte anche il personale delle scuole di ogni ordine e grado non stanno lavorando in presenza.
Le nuove disposizioni prevedono anche la possibilità di snellire le procedure tramite il ricorso a modalità telematiche che saranno definite tramite appositi accordi sindacali.

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DM 159-del-12-novembre-2020-cessazione-servizio-personale-scuola-1-settembre-2021

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