A sorpresa, in queste ultime settimane le quarantene nelle scuole riguardano soprattutto le scuole dell’infanzia, primarie e medie invece delle scuole superiori.
In Puglia addirittura un’ordinanza regionale ha chiuso tutte le scuole di ogni ordine e grado fino al 5 marzo nonostante la regione sia in fascia gialla, quindi niente più DAS, la famosa didattica a scelta. L’ordinanza è motivata dal «tasso di diffusione del virus» osservato nelle ultime settimane «tra bambini e adolescenti» che, «associato alla cosiddetta `variante inglese´ contraddistinta da maggiore trasmissibilità, induce a ritenere che si sia notevolmente aggravato il rischio di trasferimento in ambito familiare». A Perugia le scuole dell’infanzia e i nidi rimangono chiusi mentre altrove, sono i singoli istituti a chiudere, Da Milano al Veneto, alla Sardegna, a Roma.
La risposta che emerge dalle interlocuzioni del ministro Bianchi con Cts e Iss sembra quella di accelerare sulla campagna vaccinale per il personale docente, dare priorità alla scuola nei tamponi, prevedendo anche presidi territoriali ad hoc. Da queste interlocuzioni dovrà emergere poi la decisione di come proseguire con la didattica e la data del 5 marzo, data di scadenza delle attuali disposizioni, è vicina.
Pare scontato che a questo punto un totale ritorno in presenza non sia possibile, al massimo ci sarà la proroga di una didattica in presenza al 50% se non addirittura la Dad al 100% .
Intanto si cerca di sanare gli errori della macchina vaccinale e nel documento della Conferenza delle regioni con le proposte per i prossimi provvedimenti del governo Draghi si sottolinea la necessità che «ogni regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti e assistiti, indipendentemente dalla regione in cui prestano servizio». Chi lavora fuori della regione di residenza infatti rischia di rimanere fuori per la mancanza di vaccini.
Per quanto riguarda il ventilato recupero a giugno il disegno sembra ormai tramontato viste le decisioni prese per gli esami di maturità e per gli esami di terza media che inizieranno a metà giugno, infatti le commissioni saranno composte dai docenti delle singole classi e inoltre c’è il problema delle aule. Al massimo per le scuole primarie ci potranno essere dei campi estivi per ristabilire un po’ di socialità.
MATURITA’ INVIATA L’ORDINANZA AL CSPI PER IL PARERE
Le ordinanze sugli esami di Stato conclusivi del I e del II ciclo sono arrivate ieri al Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) per il parere non vincolante.
In pratica Bianchi non si è discostato dal piano previsto dalla Azzolina, per entrambi gli esami ci saranno le prove nazionali Invalsi in italiano, matematica e inglese, sebbene il loro svolgimento non sia vincolante per l’ammissione agli esami. I test si terranno via pc a marzo (tra l’1 1 e il 31) per la V superiore e ad aprile (tra il 7 e il 30) per la III media.
A differenza della maturità 2020, questo anno non ci sarà il tutti ammessi, ma sarà il consiglio di classe a deliberare l’ammissione. Come non sarà vincolante per l’ammissione lo svolgimento delle prove Invalsi, così non sarà requisito di accesso neppure il monte ore minimo previsto per i percorsi di alternanza scuola-lavoro, i Pcto. Il ministro, inoltre, ha stabilito eventuali deroghe anche al requisito della frequenza, previsto per i dell’orario individuale: saranno le singole scuole a stabilirle.
Per la maturità ci sarà un’unica prova orale, senza scritti. Il colloquio, come l’anno scorso, partirà da un elaborato se predisposto dai maturandi su un argomento assegnato a ciascuno dal consiglio di classe entro il 30 aprile e consegnato entro il 31 maggio al docente di riferimento.
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