Dopo la sentenza del TAR, l’USR dell’Emila Romagna ha disposto che le scuole superiori proseguiranno l’attività didattica in presenza al 50% almeno fino a sabato 6 febbraio, d’accordo col presidente di Regione, Stefano Bonaccini, e con la prefettura di Bologna. Al momento, quindi, non si salirà al 75%. Questo a causa del parere tecnico della Regione che indica «solo il mantenimento rigoroso delle misure di mitigazione può contribuire ad evitare un rapido aumento del numero dei casi nelle prossime settimane».
Si riapre anche in Campania dove la quinta sezione del Tar ha imposto al presidente della regione Vincenzo De Luca di adeguarsi alle norme stabilite dal governo. Ieri sono riprese le lezioni in presenza anche nelle classi di quarta e quinta elementare che si aggiungono alle altre classi della primaria già aperte. Le scuole medie riprenderanno lunedì. Il ricorso è stato presentato dal gruppo «Pillole di Ottimismo» con il coordinamento «Scuole Aperte» e da pediatri, psichiatri infantili e psicologi campani. Per la riapertura al 50% delle scuole superiori prevista per lunedì deciderà il Tar «dopo il 23 gennaio alla luce delle verifiche dell’Unità di Crisi».
Il nucleo fondamentale della sentenza del TAR Campania, che vale anche per il futuro, è che la regione non può più disporre una chiusura generalizzata «su tutto il territorio regionale».
MATURITA’ AZZOLINA RISPOLVERA LA BUONA SCUOLA DI RENZI
Entro lunedì primo febbraio verranno rese pubbliche le modalità dello svolgimento dell’esame di Stato, per ora quello che è certo è che quest’anno la Didattica a distanza sarà considerata strutturale e quindi torneranno le bocciature in tutte le classi e le “non ammissioni” all’esame. Per essere ammessi all’esame di Maturità sarà necessario ottenere un giudizio “complessivamente positivo” agli scrutini. Un “cinque” non sbarrerà il percorso verso la prova purché la valutazione generale sia sufficiente.
Azzolina, che quest’anno ha pieni poteri grazie all’emendamento 5 stelle, ha confermato che anche nel 2021 non ci sarà prova scritta ma ci sarà un lungo orale con delle importanti novità.
Infatti la ministra ha deciso di rispolverare la Buona scuola renziana mettendo al centro della prossima Maturità il curriculum dello studente che certifica l’andamento scolastico di ogni singolo maturando nel triennio, il monte ore in presenza e a distanza, le certificazioni specialistiche, le esperienze internazionali, persino eventuali periodo di volontariato.
Un’altra novità sarà un testo concordato con il coordinatore di classe scritto a casa che diventerà la relazione d’avvio del lungo orale in presenza che sarà centrato sulle discipline primarie del corso di studi scelto.
Torna l’Alternanza scuola lavoro (ora chiamata Pcto) che l’anno scorso non c’era e va bene anche quella fatta a distanza. Il test Invalsi non dovrebbe esserci ma anche se ci fosse non sarà comunque parte della valutazione per la Maturità.
Per il voto finale dovrebbe essere applicata la formula dell’anno scorso: il 60 per cento dipenderà dai giudizi del triennio e il 40 per cento dall’orale conclusivo.
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