ESAMI DI STATO: ECCO IL PROTOCOLLO VERO
Ieri 19 maggio 2020 è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa fra Ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali del comparto e dell’Area dirigenziale FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal, Anief, ANP e Dirigenti scuola per garantire lo svolgimento in sicurezza degli esami di stato. La Gilda non ha firmato “perché ritiene che il protocollo non fornisca adeguate garanzie di prevenzione del contagio da Covid-19”.
Il documento è importante anche per capire quali saranno le misure prese per la riapertura delle scuole a settembre e prevede la costituzione di un Tavolo permanente di confronto a livello nazionale e livello regionale composto da rappresentanti del Ministero, dai sindacati firmatari e dalla croce rossa ed avrà funzioni di verifica dell’attuazione del documento tecnico scientifico nelle scuole.
Dopo lo sgarbo fatto da Azzolina, pubblicando il documento tecnico scientifico sul sito del ministero prima ancora che avvenisse il confronto con i sindacati, documento dove si dava ad intendere per sanificazione si intendeva “passare il cencio” con un po’ di varichina annacquata, la situazione si è ricomposta e sono state apportate modifiche ed aggiunte a detto documento. Quindi attenzione perché il documento tecnico scientifico valido è diverso da quello pubblicato il 16 maggio sul sito del miur.
La parola “sanificazione” è sta sostituita con quella di “pulizia approfondita” in modo che così non vi sia ombra di dubbio che spetti ai colllaboratori scolastici:
“La pulizia approfondita con detergente neutro di superfici in locali generali (vale a dire per i locali che non sono stati frequentati da un caso sospetto o confermato di COVID-19) è una misura sufficiente nel contesto scolastico, e non sono richieste ulteriori procedure di disinfezione; nella pulizia approfondita si dovrà porre particolare attenzione alle superfici più toccate quali maniglie e barre delle porte, delle finestre, sedie e braccioli, tavoli/banchi/cattedre, interruttori della luce, corrimano, rubinetti dell’acqua, pulsanti dell’ascensore, distributori automatici di cibi e bevande, ecc.”
Se poi prima dell’inizio delle procedure di esame si debba procedere ad una vera e propria sanificazione fatta da ditte esterne non si sa perché scatta lo scaricabarile tipico della burocrazia:
“Il Ministero si impegna, inoltre, a monitorare attraverso gli Uffici Scolastici Regionali che nelle scuole, prima dell’inizio delle procedure d’esame, si sia provveduto ad effettuare la sanificazione generale degli ambienti da parte di ditte esterne specializzate, qualora indicato come specifica misura dalla competente autorità sanitaria regionale”
Le altre misure importanti, oltre al tavolo nazionale di confronto, previste dal protocollo sono:
• istituzione di un servizio di Help desk per le istituzioni scolastiche attraverso l’attivazione del numero verde 800903080 attivo dal 28 maggio dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 a cui le scuole interessate si possono rivolgere per qualsiasi dubbio o necessità.
• Un Tavolo di lavoro permanente sarà attivato presso ogni USR: di esso faranno parte rappresentanti delle organizzazioni sindacali, degli enti locali, dei Servizi di igiene epidemiologica, della Croce Rossa (leggi la convenzione) e della Protezione Civile operanti sul territorio che svolgeranno una funzione di raccordo con il Tavolo nazionale permanente e le istituzioni scolastiche.
• Per dare piena attuazione al Documento tecnico scientifico saranno attivate le relazioni sindacali di istituto previste dall’articolo 22 del Ccnl tramite un’intesa da concludersi in 7 giorni: fornitura dispositivi di sicurezza, utilizzazione e igienizzazione degli spazi, formazione, intensificazione ed eventuale lavoro straordinario del personale.
Il Ministero tra le altre cose si impegna a:
• trasferire alle istituzioni scolastiche interessate le risorse necessarie finalizzate ad assicurare la pulizia approfondita degli ambienti, l’acquisto dei relativi materiali occorrenti e dei dispositivi di cui al Documento tecnico scientifico e alla formazione del personale
• fornire supporto per la formazione, anche in modalità on-line, sull’uso dei DPI e sui contenuti del Documento tecnico scientifico
COME SARA’ LA DIDATTICA DOPO IL RIENTRO A SETTEMBRE
La commissione Bianchi al ministero dell’Istruzione sta lavorando sulle possibili ipotesi di riapertura a settembre. La decisione non è stata ancora presa, ma l’ipotesi di una didattica mista, nel senso di metà classe in aula e metà a casa è stata scartata: tecnicamente non è fattibile perché tra l’altro richiederebbe una infrastruttura che le scuole non hanno.
Per quanto riguarda la scuola secondaria, se non si possono allungare gli orari di lavoro di professori e studenti, non resta che ridurre la durata delle lezioni. Quindi una ipotesi potrebbe essere di ridurre l’orario dei moduli di lezione : invece di 60 minuti, i moduli potrebbero diventare di 45. In questo caso ogni settimana i professori avrebbero a disposizione un quarto di lezioni in più. Se la classe è divisa in due gruppi che si alternano in classe, ogni gruppo avrebbe 20 ore di lezione e le altre dieci potrebbero essere fatte di materiale e lavori a distanza.
Questa ipotesi lascia molto a desiderare, anche perché comunque istituzionalizza la DAD oltre che aggravare il lavoro dei docenti che comunque si troverebbero ad avere moduli in più oltre alla DAD.
Diversa la situazione per le elementari e le materne: anche perché le ore di frequenza non possono modificarsi di molto. Per questo l’idea è quella di assumere per un anno almeno il 10 per cento di supplenti in più. La maggior parte delle classi delle primarie sono già infatti composte da pochi bambini: 25 mila addirittura hanno meno di 15 alunni e dunque la maggior parte non andranno divise, dice Bianchi. E’ possibile che si ampli la possibilità per i presidi di decidere in autonomia una parte del programma (ad oggi è il 20%) per attività che possono essere offerte alla classe e gestite insieme alle cooperative (teatro, visite culturali, lingue, per citare le più diffuse).
Rimane il problema di trovare gli spazi mancanti, ovviamente nelle zone vicine alle scuole, per allestire aule o laboratori per poter lavorare in sicurezza con i gruppi di studenti. Saranno i dirigenti scolastici, a dover programmare e gestire tutto ciò. Anche qui scaricabarile.
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