Ormai si è creato un divario incolmabile tra la realtà e le affermazioni del governo. Infatti:
• mentre a fronte di un contingente di 94.130 posti messi a concorso ne sono stati assegnati solo 41.359, (di cui peraltro 14.642 sono contratti a TD che saranno trasformati in assunzioni effettive solo al termine degli specifici percorsi che si completeranno per il prossimo anno scolastico), grazie anche ad errori clamorosi nei quiz dei concorsi;
• mentre nessuno partito in campagna elettorale vuole più il “docente esperto”, per paura di perdere voti;
• mentre un algoritmo impazzito ha sfornato supplenze da gps a caso, senza alcuna trasparenza, facendo rimpiangere e reclamare a furor di popolo le assegnazioni in presenza ( che non si capisce perché non sono state ripristinate visto che ormai la scuola “è tornata alla normalità”) , forse perché i provveditorati sono ormai talmente sotto organico che non sono più in grado di farle e ci affida all’algoritmo?;
• mentre non si è fatto niente per riaprire le scuole in sicurezza, al grido: “ aprite le finestre anche se non è primavera”;
• mentre si è varata una controriforma dell’aggiornamento e della formazione per decreto, al di fuori di qualsiasi confronto con i sindacati e con i lavoratori della scuola;
• mentre la scuola è da 4 anni senza contratto (ammesso che l’ultimo, quello del 2016-18 lo fosse, in realtà era solo una mancia niente di più;
Mario Draghi in conferenza stampa venerdì 16 settembre è stato capace di affermare:
“Il ministro Bianchi ci ha detto, in Consiglio dei Ministri, che le scuole si sono aperte, ancora una volta, dopo l’anno scorso, in buon ordine, tutti gli insegnanti sono in classe malgrado le previsioni di disastri, di disagi, di mancanza di centinaia di migliaia di insegnanti, tutto è andato diversamente perché il ministro Bianchi e il Ministero dell’Istruzione hanno lavorato da gennaio per un ritorno in classe ordinato e non due mesi prima”.
DI FRONTE A QUESTA SFACCIATAGGINE L’UNICA RISPOSTA NON PUO’ ESSERE CHE LA LOTTA, CONTRO QUESTO GOVERNO E CONTRO IL PROSSIMO CHE VERRA’ SE NON CAMBIA POLITICA.
DOMANDE DI PENSIONAMENTO 2023 AL VIA, SCADENZA 21 OTTOBRE 2022
È stata pubblicata dal Ministero dell’Istruzione la nota 31924 dell’8 settembre 2022, riguardante le domanda di pensione del personale della scuola dal 1° settembre 2023, in attuazione del Decreto ministeriale 238 dell’8 settembre 2022. La scadenza per la presentazione delle domande, comprese le istanze di permanenza in servizio ai fini del raggiungimento del minimo contributivo, è fissata al 21 ottobre 2022 per tutto il personale scolastico, a eccezione dei dirigenti scolastici per i quali il termine sarà, come lo scorso anno, il 28 febbraio.
Le stesse tempistiche sono previste per l’eventuale revoca dell’istanza precedentemente inoltrata.
Le istanze on line per la domanda di dimissioni dovrebbero essere attive da oggi 19 settembre.
La domanda di cessazione dal servizio per gli aventi diritto all’APE sociale o alla pensione anticipata per i lavoratori precoci può essere presentata, in formato analogico o digitale, entro il 31 agosto 2023. LE DOMANDE DA FARE SONO DUE:
– La DOMANDA DI DIMISSIONI: salvo specifiche eccezioni, si presenta utilizzando le istanze online avvalendosi di tre istanze Polis che saranno attive contemporaneamente:
La prima conterrà le tipologie con le domande di cessazione “ordinarie” (anzianità contributiva, opzione donna, dimissioni senza diritto a pensione, personale già trattenuto in servizio negli anni precedenti); la seconda e la terza conterranno le istanze relative rispettivamente alle cosiddette quota 100 e quota 102.
– La DOMANDA DI PENSIONE: deve essere inviata direttamente all’INPS per via telematica, accedendo direttamente al sito dell’Istituto, previa registrazione, oppure avvalendosi dell’assistenza di un Patronato.
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