NEWS 19/11/2021 – IL CSPI BOCCIA L’AMPLIAMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE QUADRIENNALE NELLE SCUOLE SUPERIORI

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha formulato durante la seduta del 18 novembre 2021 parere negativo sullo schema di decreto del MI “Piano nazionale di innovazione ordinamentale per l’ampliamento e l’adeguamento della sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado agli Obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza #NextGenerationItalia”.
Il CSPI ha rilevato la mancanza di una regia nazionale, di un’unica proposta metodologica didattica supportata da validi criteri di selezione del campione rappresentativo e di strumenti di verifica e valutazione condivisi e che inoltre manca la valutazione positiva da parte del Comitato Scientifico Nazionale (CSN) della sperimentazione già in atto.
Il CSPI fa notare anche che la proposta di estensione della sperimentazione agli istituti professionali non è contemplata neanche nel testo del PNRR, in cui si fa riferimento solo ai licei e agli istituti tecnici.

I PRESIDI BOCCIANO LE NUOVE PROCEDURE PER LA GESTIONE DEI CASI COVID

Le nuove procedure per la gestione dei casi covid nelle scuole dovevano evitare il più possibile il ricorso alla DaD ma non è così, senza distanziamento e con le classi pollaio i casi covid aumentano a dismisura e non essendo l’Asl in grado di gestire adeguatamente il tutto la patata bollente ricade sui presidi e il loro “staff”.
Questo è quanto emerge dalle dichiarazioni di Antonello Giannelli, presidente dell’Anp: “nonostante i nostri auspici di una collaborazione più efficace ed efficiente tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione dobbiamo purtroppo rilevare la sussistenza di forti criticità”.
“In alcune realtà -si legge sul portale dell’ANP- rileviamo che quel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente rischia di tradursi in un ‘quasi sempre’. In diversi territori, infatti, i dipartimenti di prevenzione non riescono a garantire la tempistica del testing o, addirittura, non applicano le nuove procedure di tracciamento”.
“Ma l’aspetto più critico è che alcuni di essi spariscono dai radar delle scuole già dal tardo pomeriggio del venerdì per ricomparire solo il lunedì mattina. Qualcuno dirà: i dipendenti della ASL staccano dal servizio per il giusto riposo settimanale. La considerazione è corretta ma sorgono spontanee due riflessioni: 1) innanzitutto, il COVID non ha orari; 2) il riposo settimanale – senza polemica alcuna – forse spetterebbe anche al personale scolastico.”
“Le segnalazioni di casi positivi, infatti, arrivano alle scuole anche di domenica e di certo il grande senso di responsabilità dei dirigenti non consente loro di ignorarle in attesa della ripresa lavorativa del lunedì. Essi, pertanto, provvedono a quanto previsto dalla nota ministeriale del 6 novembre nella consapevolezza che questo è necessario per combattere la diffusione del contagio.”
“Il tutto nell’assordante silenzio dei dipartimenti. Non vorremmo che alcuni di essi pensassero che le scuole siano la loro segreteria, deputata allo svolgimento di attività che non possono compiere per via della chiusura settimanale.”
“Ci attendiamo, quindi, che anche i dipartimenti di prevenzione garantiscano il loro servizio senza soluzione di continuità, attrezzandosi al meglio per gestire la quarta ondata e facendo tesoro delle esperienze negative del passato. Tutelare il bene e la salute di studenti e lavoratori della scuola è loro primaria responsabilità: l’emergenza non può conoscere pause. Pretendiamo, dunque, che lo scenario sin qui rappresentato dai nostri colleghi si modifichi in positivo attraverso una effettiva collaborazione tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione.” “Nel frattempo, la tanto demonizzata DAD sta riacquistando le posizioni perdute, nonostante le tassative disposizioni di legge sulle attività in presenza e le finalità dichiarate dalla nota tecnica.”

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