OGGI DALLE 17 ALLE 19,30 GRANDE ASSEMBLEA SINDACALE
Per partecipare all’assemblea sindacale nazionale di OGGI lunedì 18 maggio CHE DURERA’ DALLE 17 ALLE 19,30 ci sono due possibilità:
PER CHI E’ ALLERGICO A FACEBOOK ECCO IL LINK PER VEDERLA SU YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=vjC0gHwxa5k
Potete cliccarvi sopra anche ora, ma vi dirà che l’evento è previsto per il 18 Maggio.
RICORDIAMO CHE INVECE IL LINK PER LA DIRETTA FACEBOOK è il seguente: https://www.facebook.com/events/2536860753220192/
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VARATO IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA PER L’ESAME DI STATO
Il Protocollo di sicurezza, contenente le linee guida del Comitato tecnico scientifico per lo svolgimento degli Esami di Maturità 2020, è stato trasmesso al Ministero dell’Istruzione ma manca ancora la firma dei sindacati e potrebbe essere ancora soggetto a delle modifiche.
Questo protocollo è importante perché prefigura un po’ anche quello che accadrà a settembre alla riapertura delle scuole e ad agosto se si terrà il concorso straordinario.
Gli ingressi saranno scaglionati, con i candidati che per evitare assembramenti dovranno presentarsi a scuola solo 15 minuti prima dell’orario di convocazione. Infatti la scuola dovrà
preparare un calendario di convocazione ben scaglionato, che verrà poi pubblicato sul sito della scuola e inviato tramite mail ai singoli studenti.
Le aule saranno sanificate dal personale della scuola (L’Unicobas è contrario su questo punto).
Il ministero dell’Istruzione ha stipulato una convenzione con la Croce Rossa che si impegna, con i proprio volontari, ad aiutare le scuole ad organizzare l’esame di Stato. In particolare, recita la
convenzione, la Croce Rossa viene coinvolta per la formazione del personale scolastico in materia sanitaria e da supporto, su richiesta, ai singoli istituti durante la prova.
Le operazioni di pulizia dovranno essere effettuate ogni giorno, così come dovrà essere assicurato il ricambio d’ara nei locali. L’assetto di banchi e cattedre dovrà essere tale da permettere il distanziamento non inferiore a due metri per i commissari e tra questi ultimi e il candidato.
Ciascun commissario dovrà dichiarare di non avere sintomi o febbre superiore ai 37.5 gradi nel giorno dell’avvio delle procedure d’esame e nei tre giorni precedenti; di non essere stato in quarantena negli ultimi 14 giorni; di non essere stato a contatto con persone positive nello stesso periodo di tempo (per quanto di sua conoscenza).
Il maturando dovrà essere accompagnato solo da una persona.
La presenza in aula raggiungerà quindi un massimo di 9 persone: sei docenti, interni alla classe dello studente da esaminare, un presidente esterno, il candidato e l’eventuale accompagnatore. Le aule interessate, così come i bagni e i corridoi, dovranno essere puliti e igienizzati prima dell’avvio e alla fine di ogni sessione d’esame. Ai ragazzi viene suggerito di raggiungere la scuola con mezzi propri. Ma non è detto che tutti abbiano un’auto o un motorino personale o qualcuno che li accompagni quindi, nel caso in cui dovessero raggiungere la scuola con i mezzi pubblici potranno chiedere alla scuola una certificazione. Il documento, attestando che il ragazzo deve raggiungere l’istituto per svolgere gli esami di Stato, potrà avere la precedenza per salire a bordo di bus e metro.
Potrebbe accadere infatti che, nell’orario previsto per la prova, il trasporto pubblico sia sovraffollato in base i nuovi parametri. A quel punto il ragazzo potrà salire tranquillamente a bordo del bus, saltando la fila.
L’ingresso a scuola, per i candidati, è consentito solo se si indossa la mascherina personale: non sono necessari i guanti visto che sarà obbligatorio igienizzare le mani tramite il disinfettante che si troverà nei dispenser disponibili.
A quel punto sarà necessario seguire dei percorsi specifici: su consiglio del comitato, infatti, e compatibilmente con la struttura dell’edificio dovranno esserci percorsi separati per l’ingresso e l’uscita così da non creare interferenze nei flussi. Una volta raggiunta l’aula o comunque lo spazio dedicato al colloquio, il candidato con l’eventuale accompagnatore e i docenti dovranno avere postazioni prestabilite a due metri l’uno dagli altri. I docenti in aula indosseranno tutti la mascherina chirurgica, fornita dalla scuola e da cambiare alla fine di ogni sessione, tra mattina e pomeriggio.
Se poi qualcuno, tra docenti, studenti o personale presente a scuola, dovesse presentare sintomi il giorno dell’esame, sarà messo in isolamento in uno spazio individuato precedentemente e resterà in attesa dell’intervento dei sanitari che dovranno essere immediatamente allertati.
Il tutto sarà legato all’andamento della pandemia. Le misure di prevenzione, si legge nel protocollo, dovranno essere comunicate dai presidi almeno dieci giorni prima dell’inizio dell’esame.
Per la Maturità resta in campo anche l’opzione di farla via video: nel caso il virus ritorni in alcune aree del Paese, si potrà decidere di passare, solo per queste zone, all’esame online, modalità prevista anche per i ragazzi fragili, malati o in quarantena. Si potranno collegare online anche professori che per ragioni sanitarie non possono essere presenti, anche se studente e commissione sono in classe.
Al Miur c’è grande preoccupazione sulla difficoltà di comporre le commissioni soprattutto nelle aree del Nord, più colpite dal virus ma anche in altre regioni, ad es. la Toscana. Se i professori non si presenteranno dovranno inviare un certificato medico, ma a quel punto per i presidi scatterà una vera e propria corsa contro il tempo per trovare sostituti e garantire l’esame agli studenti. Il problema principale però sono i membri esterni, non si trovano, probabilmente scatterà la precettazione.
PUBBLICATE LE ORDINANZE MINISTERIALI SU VALUTAZIONE ED ESAMI DI STATO (TERZA MEDIA E SUPERIORI)
Sabato 16 maggio sono state pubblicate sul sito del ministero le ordinanze che disciplinano la Maturità (della Scuola superiore, qui gli allegati A ed allegati B) l’esame di terza media e la valutazione di fine anno.
La ministra in una sua esternazione ha fatto anche il punto sulle ultime novità, confermando che per la discussione della tesina della terza media ci sarà tempo fino al 30 giugno e che per le scuole elementari resteranno i voti, per «tornare ai giudizi, si dovrà aprire una discussione politica, non ai può fare con un’ordinanza».
Per la maturità ha specificato che “ durante il colloquio, che durerà un’ora, il candidato potrà togliere la mascherina purché sia seduto e alla giusta distanza (minimo 2 metri) dalla commissione”.
Insomma la mascherina è obbligatoria da casa a fino al banco, poi con cautela, il candidato può anche toglierla.
La ministra ha anche annunciato che a settembre ci sarà una scuola NUOVA: «una scuola più aperta, diversa, che esca dagli edifici scolastici utilizzando di più tutti i soggetti interessati, cioè
oltre agli enti locali le associazioni di volontariato che già collaborano con le istituzioni.
Inoltre: «se fosse necessario metteremo mano alle linee guida e alle indicazioni nazionali», cioè a quelli che una volta erano i programmi.
In sostanza secondo Azzolina non sono necessari più insegnanti, si allunga il brodo con gli animatori e magari anche con i pensionati ultrasettantenni che badano gli studenti, quei pensionati
che dovevano stare chiusi in casa (ma poi ci hanno ripensato gli “scienziati”, a che prezzo?) .
Azzolina ha confermato che i recuperi degli apprendimenti persi in questi mesi di lock down cominceranno dal primo settembre anche se l’inizio dell’anno scolastico vero e proprio sarà deciso, come sempre, con le regioni.
COMUNICATO UNICOBAS SÌ ALLA VALUTAZIONE FORMATIVA, NO ALLA VALUTAZIONE SOMMATIVA
In tutte le disposizioni impartite sinora, ed in particolare nell’ultimo combinato-disposto degli atti di governo che riguardano la Scuola, “grandi assenti” risultano gli articoli 33 e 34 della Costituzione: proprio quelli che invece sostanziano il comma 2 dell’articolo 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Nulla valgono quindi, per il legislatore, le disparità di ambito culturale, nella strumentazione telematica (30% di alunni non connessi o con connessioni problematiche), nell’accesso alla rete (spesso debole anche per l’assenza della banda larga, o inesistente), o l’occupazione della stessa in presenza di più figli o di genitori impegnati nel tele-lavoro.
La Valutazione, nella scuola della Repubblica, ha il significato letterale di “attribuire valore” allo studio per “promuovere il pieno sviluppo della persona umana” e consentire così, in fieri, il libero e consapevole dispiegarsi nella vita politica, economica, sociale, culturale del Paese.
Non è un caso che, nella “fretta” dell’emergenza (o utilizzandola come pretesto), oltre ad aver dimenticato gli articoli della Costituzione che rifondano la Scuola quale “Organo Costituzionale”, si sia dimenticato il quadro normativo di riferimento proprio in materia di Valutazione, ossia qualsiasi riferimento, per esempio, alla legge 517/77 o al DL.vo 62 del 13.4.2017, a tutt’oggi vigenti. La L. 517/77 parlò per prima di collegialità e “valutazione formativa” a conclusione di un dibattito pedagogico e culturale di grande spessore, venuto “dal basso”, ossia dai pedagogisti, dalle scuole, dagli insegnanti, dai genitori che, nel rispetto dei ruoli, collegialmente sperimentavano e innovavano. Perché nella Scuola, va ricordato con forza, esiste la libertà di sperimentazione!
In quella legge l’esaltazione del valore formativo della valutazione passava per la programmazione degli interventi didattici ed educativi, per la “garanzia” agli alunni diversamente abili di percorsi di integrazione anche attraverso l’individualizzazione della didattica, per l’assegnazione di risorse congrue e specifiche. Proprio così la Valutazione assumeva concretamente quella dimensione formativa, perché diventava atto collegiale e perché si declinava nella sua dimensione “narrativa” che è l’unica possibile per tenere insieme le variabili di contesto e di percorso: l’unica che consente di praticare l’irrinunciabile pedagogia dell’errore, la sola che non operi la segmentazione schizofrenica tra conoscenze e competenze.
Del perché non si faccia riferimento alla norme vigenti sulla Valutazione, cosa che avrebbe assicurato un’ottima intelaiatura giuridica e pedagogica per una equilibrata e giusta decretazione ministeriale in materia, soprattutto in tempi di emergenza, bisognerebbe chiederlo a Marco Bruschi (detto “Max”), che ha pur richiamato nella sua recente nota il valore formativo della valutazione ma che nel 2008 era consigliere di Maria Stella Gelmini.
Fu proprio Maria Stella Gelmini, infatti, il Ministro del “tunnel dei neutrini” (senza “distanziamento sociale”), con il Decreto Legge n.° 137 del 1 settembre 2008, a reintrodurre,
perfino nella scuola Primaria, la barbarie della valutazione in voti numerici espressi in decimi. Il decreto, convertito in legge (L. 169/2008), seguito dalla circolare n.°10 del 23/01/2009, era tutto volto all’eliminazione di fatto della pratica dei “giudizi”, ai quali la Scuola Elementare italiana, prima nel mondo (secondo l’Ocse) fino al 1990, era finalmente arrivata nei decenni precedenti grazie alle grande ventata dell’innovazione didattica ed ai Nuovi Programmi del 1985, firmati da fior di pedagogisti.
Della task force della Gelmini faceva appunto parte Max Bruschi (del quale abbiamo chiesto le dimissioni), lo stesso che ora perora la magnificenza delle riunioni a distanza. A quel gruppo si deve il primo tentativo di smantellare la valutazione come atto collegiale, a partire dalla Scuola Primaria, e la riduzione dell’atto valutativo ad una media aritmetica basata su voti assegnati ad ogni singola prestazione. Insomma il governo Pd – 5 Stelle ricorre a Maria Stella Gelmini. Un eccellente esempio di continuità “pedagogica” e politica!
Ribadiamo quanto già dichiarammo all’inizio della pandemia: in questa particolare situazione sarebbe assolutamente improprio e scorretto, in primis sotto il profilo pedagogico, ricorrere alla valutazione sommativa, facendo come se nulla fosse e pretendendo di misurare col bilancino un percorso didattico malfermo ed assolutamente non oggettivabile.
L’Unicobas esorta i Collegi dei Docenti degli Istituti di tutti gli ordini e gradi a discutere ed approvare mozioni che adeguino davvero la Scuola alla situazione reale, esprimendosi senza “se” e
senza “ma” per una valutazione formativa, basata su giudizi argomentati e degni di questo nome e non sui voti.
Con l’occasione, l’Unicobas ritiene che sarebbe ora di ridiscutere ampiamente la questione anche per il futuro post-pandemia, riportando a regime almeno nella Primaria la soppressione dei
voti. Questo è il momento di far sentire davvero la voce della Scuola, contro le banali contumelie espresse dai tecnoburocrati di Viale Trastevere. Che i pedagogisti degni di questo nome rimasti in questo Paese e le Associazioni professionali che ancora hanno a cuore la Scuola uniscano la loro alla nostra voce!
UNICOBAS Scuola & Università
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