Il neoministro Bianchi non ha fatto in tempo a fare le prime generiche ma non troppo dichiarazioni su come intende affrontare i problemi della scuola che deve fare i conti con una evoluzione dell’epidemia molto pericolosa a causa delle varianti covid, per cui l’Istituto superiore di sanità ha chiesto misure maggiormente restrittive contro l’epidemia e molti virologi spingono per una chisura generalizzata delle scuole per tenere bassi i contagi ed evitare la terza ondata. Oltretutto queste varianti risultano essere più contagiose proprio tra i bambini delle scuole dell’Infanzia e della Primaria finora rimaste aperte anche nelle regioni rosse.
Quindi il primo punto di partenza per un buon ministro dovrebbe essere quello di iniziare a costruire nuovi edifici scolastici in modo da dimezzare il numero di alunni per classe ed ottenere un distanziamento decente, edifici con impianti di sanificazione dell’aria, aule spaziose, etc.
Quindi questa è la priorità, è inutile continuare a chiedersi come molti stanno facendo, giusto per perdere/prendere tempo nella speranza che il vaccino risolva la situazione, se le scuole sono fonte di contaggio:lo sono eccome! Lo sono per le condizioni strutturali in cui versano!
Comunque in questa emergenza Bianchi dovrà affrontare anche tutti i problemi lasciati irrisolti dalla Azzolina e gestire l’ordinaria amministrazione.
Queste le scadenze che necessitano di decisioni urgenti:
MATURITA’: il ministro ha detto che terrà di conto del dossier lasciato da Azzolina e deciderà in settimana, è quindi probabile che sia confermato l’esame solo orale.
PRECARIATO e RECLUTAMENTO: la risoluzione delle problematiche riguardanti precariato, nuove modalità di reclutamento e riapertura delle scuole a settembre sono problematiche talmente connesse tra loro che diventano inscindibili e necessitano di decisioni urgenti.
Non può essere la soluzione quella di congelare per un anno tutti nel posto attualmente occupato come qualcuno ha proposto, bisogna fare le cose seriamente e prendere da subito una decisione.
Una soluzione semplice ci sarebbe e c’è sempre stata ma Azzolina l’ha snobbata: concorsi per soli titoli, gli unici praticabili in regime di pandemia.
Attualmente le cattedre vacanti sono 220mila, a settembre dopo i pensionamenti saranno 250mila.
RECUPERO DEL TEMPO PERDUTO: si può parlare di tempo perso solo se si da per scontato che la dad non ha funzionato in tutto o in parte. Questo perché solo nel primo caso ha senso parlare di prolungare l’anno scolastico fino a giugno o a luglio oppure come è stato proposto in Germania fino a natale, senza pausa estiva. Ma a sentire lorsignori che glorificano la DAD e vogliono introdurla in via definitiva è una contraddizione inaccettabile!
Allora diciamo che la DAD non ha funzionato a macchia di leopardo, soprattutto nelle zone depresse dove la connessione non era buona come del resto anche in molte scuole di zone che depresse non sono. In questo caso bisogna intervenire con interventi mirati di recupero e con soldi adeguati. Peccato che per ora di soldi stanziati per operazioni di recupero ce ne sono pochi e solo per le scuole del primo ciclo, per le superiori non c’è un euro.
Queste sono le decisioni che vanno prese subito, poi dopo discuteremo su che scuola vogliamo e sicuramente ci scontreremo perché la scuola esclusivamente propedeutica al lavoro ci ricorda Luigi Berlinguer, un ministro che abbiamo contribuito a mandare a casa con un magasciopero ed una megamanifestazione, ma se la scuola non c’è non possiamo nanche scontrarci.
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