NEWS 12/1/2021 – IN ARRIVO UNA MANCIA PER CHI A MARZO HA LAVORATO IN PRESENZA

Il Ministero ha emanato la nota 484 del 9 gennaio 2021 riguardante il premio previsto dall’art. 63 del DL 17 marzo 2020 n. 18 (Cura Italia), in favore del personale scolastico che ha lavorato in presenza nel mese di marzo 2020. Infatti tale articolo prevede un premio dell’importo massimo di cento euro, da corrispondere ai titolari di redditi di lavoro dipendente (nei quali è ricompreso il personale scolastico) che nel mese di marzo u.s. abbiano prestato la propria attività lavorativa in presenza. In particolare, il comma 2 del citato articolo prevede che: “[…] Ai titolari di redditi di lavoro dipendente ….. che possiedono un reddito complessivo da lavoro dipendente dell’anno precedente di importo non superiore a 40.000 euro spetta un premio, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del reddito, pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese.”
Quindi pochi spiccioli (100 euro x giorni lavorati/giorni del mese) che toccheranno a pochi, visto che nelle scuole venne sospesa l’attività didattica dal 10 marzo al 3 aperile 2020.
Ma non c’è da preoccuparsi, per rinnovo contrattuale in finanziaria ci sono ben 82 euro medi mensili lordi (meno di 50 netti), ovviamente non tutti insieme ma scaglionati in tre anni.

AZZOLINA ASSOLVE SE STESSA E IL GOVERNO: TUTTA COLPA DELLE REGIONI

Azzolina parlando a Radio Rai si dichiara solidale con gli studenti in lotta e dichiara “La Dad non funziona più”, il marchingegno, il surrogato con cui il governo voleva sostituire la scuola vera non funziona più semplicemente perché gli studenti hanno scoperto la truffa. Comunque assolve il governo e quindi se stessa e da la colpa alle Regioni: “Io ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che doveva per il rientro a scuola …..le Regioni si sono sfilate dall’accordo per la riapertura». Le Regioni si difendono: «Se su 20 presidenti di Regione la quasi totalità ha deciso di rinviare l’apertura delle superiori, vuol dire che non siamo tutti sciagurati. Abbassiamo le polemiche e lavoriamo tutti insieme» dice Bonaccini.
Un bel teatrino questo assaggio indigesto e indecoroso di autonomia differenziata che forse avrà il pregio di scoraggiare lorsignori a proseguire su questa strada e soprattutto di far capire alla cittadinanza quale fregatura sta per essere servita.

LA DAD RITARDA L’APPRENDIMENTO

Tra gli altri effetti negativi (aumento della dispersione scolastica, etc.) la DAD sembra avere anche un effetto deprimente sulla capacità di apprendere. Lo rivelano ricerche effettuate in Olanda e in Francia, dove le scuole tra l’altro sono state chiuse meno che in Italia, nelle quali si è riscontrato, con test appositi, un rallentamento consistente degli apprendimenti soprattutto nella lettura e nella scrittura e anche in matematica per gli allievi più fragili. L’Italia invece finora non ha fatto analisi a meno che non si vogliano considerare analisi le esternazioni della Azzolina che a giorni alterni afferma che va bene o va male.

IERI IN TOSCANA LA PROVA GENERALE

Ieri la Toscana la riapertura delle superiori al 50% sembra aver funzionato. La Regione Toscana ha attivato l’operazione “Scuole sicure” che prevede orari d’ingresso e uscita scaglionati, aumento dei mezzi di trasporto, tutor pronti a presidiare le fermate degli autobus e gli ingressi delle scuole per scongiurare gli assembramenti (nella sola Firenze sono stati messi in campo oltre 200 tra forze dell’ordine, steward privati e volontari), screening a campione negli istituti e gazebo fuori dalle scuole per eseguire i test rapidi sugli studenti con sintomi legati al Covid. Ma il fattore di maggior rischio, il sovraffollamento delle aule con classi anche con più di 30 allievi, rimane. Resta da vedere se il tenere le finestre aperte col rischio di prendersi una polmonite sarà sufficiente a contenere il contagio.

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 vedi PDF – NEWS 12-1-2021

nota-484-del-9-gennaio-2021

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