Reginaldo Palermo Martedì, 09 Maggio 2017
Con il recente contratto integrativo sulla mobilità cambieranno le regole per la chiamata dei docenti dagli albi territoriali: i collegi dei docenti potranno infatti deliberare i criteri ai quali i dirigenti dovranno attenersi.
Ma i problemi non mancano, tanto che si sta formano un fronte contrario a questo meccanismo.
Unicobas, per esempio, ha già deciso di dare una indicazione precisa: far mancare i numero legale o astenersi tutti da qualunque decisione in merito (o in alternativa adottare una delibera contraria alla chiamata diretta sulla base di un modello che il sindacato stesso sta predisponendo) e lasciare che il dirigente si assuma in prima la persona la responsabilità sulle modalità con cui chiamare i docenti titolari sugli ambiti.
Nettamente contrari anche i Cobas che in questo momento stanno discutendo sulle indicazioni da dare ai docenti.
Anche secondo la Gilda degli insegnanti affidare la chiamata diretta ad una delibera del colegio non rappresenta una soluzione adeguata: il sindacato di Rino Di Meglio invita quindi i docenti ad astenersi su eventuali delibere proposte dai dirigenti scolastici.
C’è però un altro aspetto che sta complicando la vicenda: il passaggio attraverso il collegio dei docenti con una delibera che definisce i criteri è previsto da una ipotesi contrattuale che non si è ancora tradotta in un contratto definitivo. In molti si stanno chiedendo se sia legittimo modifcare una norma contenuta nella legge 107 sulla base di quando previsto da una semplice ipotesi contrattuale.
I problemi applicativi del contratto sulla mobilità sono insomma parecchi e l’impressione che si ha in questa fase è che Ministero e sindacati firmatari si stiano accorgendo solo ora che non bastano 5 firme apposte ad un contratto per superare i nodi della legge 107.