Reginaldo Palermo Lunedì, 17 Luglio 2017
Contro la proposta di legge a firma dei senatori Maurizio Sacconi e Pietro Ichino tesa a limitare il diritto di sciopero dei sindacati di base, fanno sentire la propria voce Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas e Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas.
“Intanto – sostiene Bernocchi- sarebbe bene ricordare che il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione e può essere esercitato da chiunque e non solo da questo o quel sindacato. Le norme attualmente in vigore consentono persino ad una associazione o ad un gruppo qualsiasi di cittadini e di lavoratori di proclamare uno sciopero. E’ ben strano quindi che la maggioranza di Governo stia pensando ad espropriare i sindacati di base del diritto di sciopero”.
“La ‘logica’ sottesa alla proposta di Ichino & C. – afferma per parte sua Stefano d’Errico – affonda su di un assurdo logico e giuridico. Non può essere il pluralismo sindacale a creare problemi. Semplicemente se un sindacato è davvero poco rappresentativo, il problema non si pone, perché anche lo sciopero che proclamerà sarà poco seguito. Viceversa, visto che Ichino e sodali si stracciano invece le vesti perché gli scioperi riescono ed hanno l’effetto che per definizione devono avere (altrimenti che ‘scioperi’ sarebbero?), essi stessi dimostrano che le sigle che li hanno proclamati sono rappresentative de facto, perché in grado di mobilitare intere categorie, anche se non hanno maggioranza di quel 35% che è sindacalizzato”.
“Quanto al tema della rappresentatività – aggiunge Bernocchi – va detto che Cobas e altri sindacati di base appaiono poco rappresentativi solo perché le regole che misurano la rappresentatività sono fatte su misura dei sindacati concertativi. Ma se si cambiassero le regole c’è da stare sicuri che i risultati sarebbero ben diversi. Quando si vota per le RSU non c’è la possibilità di votare anche per una lista nazionale e quindi se in una scuola (o in un altro luogo di lavoro) non ci sono candidati Cobas o di altri sindacati di base, nessuno ha la possibilità di votare per noi. In questo modo sono decine di migliaia di mancati per i sindacati di base.”
“Sono le regole sulla ‘rappresentanza’ che hanno imposto lor signori a farli uscire dai gangheri – sottolinea ancora d’Errico – credevano di poter mettere a tacere i lavoratori assegnando il monopolio dei diritti sindacali ai sindacati di comodo e di partito con calcoli ed elezioni farsa ed ora scoprono che i lavoratori non si fanno abbindolare”.
Ma il segretario nazionale Unicobas non risparmia un attacco polemico anche alla sinistra politica e sindacale: “Siamo in queste condizioni grazie anche a tutta quella cosiddetta ‘sinistra’ appassionatamente inquadrata sotto le gonne di mamma Cgil (la cui leader Camusso ha sostenuto la posizione di Ichino su varie reti televisive), sindacato che, insieme a Cisl, Uil e comprimari ci ha già tolto persino il diritto di assemblea in orario di servizio ed ha voluto per la rappresentatività elezioni senza liste nazionali e senza diritto per i sindacati di base di cercare candidati nei posti di lavoro e – persino quando li troviamo – di farsi campagna elettorale”.
La proposta di legge è ferma al Senato da un paio di anni, ma nelle ultime settimane il dibattito è ripreso e mercoledì 19 verrà reso noto un testo unificato che sarà presentato alle Commissioni unifcate di Lavoro e Affari Costituzionali. Il percorso potrebbe non essere semplicissimo.