DIDATTICA A DISTANZA A TUTI I COSTI ANCHE CON ALLERTA METEO E SCUOLE CHIUSE

Il sindacato Unicobas Scuola denuncia la gravità delle situazioni che si sono venute a determinare in molte scuole medie e superiori dei comuni di Livorno e Cecina nella giornata di sabato 5 dicembre, in corrispondenza dell’allerta meteo e della chiusura delle scuole ordinata dai dai sindaci.


In particolare si denuncia il tentativo diffuso di utilizzare la DAD e la DDI, strumenti straordinari legati all’emergenza Covid, in modo estensivo ed ordinario, per sopperire a disservizi originati da altre cause, violando quindi quanto previsto dalle normative vigenti e interferendo impropriamente con le competenze esclusive dei sindaci, che non possono essere “liberamente” interpretate dall’autorità scolastica, né da dirigenti degli uffici territoriali né da dirigenti scolastici.
Inoltre, poiché le sollecitazioni ad effettuare prestazione lavorativa in Dad sono pervenute spesso in modo informale, si ricorda che comunicazioni formulate in tal modo, prive di disposizioni precise esplicitate per firma del Dirigente, non hanno valore di ordine di servizio.
Nel merito:
Per la giornata di sabato 5 dicembre, a causa dell’allerta meteo diramato dalla Regione Toscana, i sindaci di Livorno e Cecina hanno emanato ordinanze prevedendo, tra le altre cose, la chiusura delle scuole. Molte scuole tuttavia, a causa del Covid, hanno effettuato didattica a distanza, anche se i docenti, nell’ordinario esercitano la DAD da scuola, collegandosi in remoto con gli studenti che sono a casa.
La circostanza dell’allerta meteo ha fatto scattare gli appetiti dei vertici scolastici, nella corsa al disciplinamento spasmodico del settore scuola, uno di quelli più effervescenti dal punto di vista sindacale. Ecco allora che sono partite, in tardissima serata e addirittura in in orari notturni, comunicazioni informali che sollecitavano ad effettuare comunque la prestazione lavorativa a distanza, visto che la DAD può essere fatta da casa e senza spostamento. Comunicazioni informali, appunto, perché i Dirigenti sanno bene che la Didattica a distanza è uno strumento collegato alla specifica emergenza sanitaria e non è stato disciplinato per essere adottato in ogni circostanza.
La conseguenza è stata il caos totale. L’indicazione è stata data senza tener conto di precise normative che ne contraddicono l’esecuzione: le Linee Guida ministeriali, che ne limitano l’applicazione all’emergenza sanitaria; il codice civile, secondo il quale l’obbligo di lavoro decade quando vi siano cause di forza maggiore. Ma non si è tenuto conto nemmeno delle ricadute pratiche che l’indicazione potrebbe determinare. Che cosa succede se il maltempo impedisce le corrette connessioni: gli studenti vengono messi assenti? E se un fulmine danneggia un dispositivo personale o uno utilizzato in comodato d’uso? Chi ne risponde, visto che non c’è stata comunicazione ufficiale della scuola che imponeva didattica a distanza?
L’indicazione, pervenuta non a caso in modo informale, vuole scaricare sui docenti in modo vessatorio qualsiasi responsabilità ed estendere impropriamente la Didattica a distanza, mostrando con evidenza come l’emergenza Covid sia una formidabile occasione per introdurre la deregulation in un settore lavorativo strategico come la scuola.

Segreteria Regionale Unicobas Scuola

il segretario regionale Claudio Galatolo

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