Viviamo in un mondo pieno di guerre e naturalmente chi si avvantaggia da tutto questo sono le multinazionali, le industrie delle armi e tutti quelli che lavorano a stretto contatto con chi produce morte ovvero le industrie del filo spinato, le industrie tecnologiche e logistiche, le banche, i governi.
Noi vogliamo far riflettere il lettore sulle conseguenze di una guerra.
Sappiamo delle presenze militari nel mondo, i distaccamenti di soldati ai confini delle nazioni prossime ad essere invase, dei miliardi investiti in armamenti invece che negli ospedali o
nell’istruzione ma a subirne le conseguenze sono gli uomini, i bambini soprattutto, le donne e i vecchi.
Subiscono gli uomini che si lasciano impiastricciare occhi e facoltà mentali da ideologie militari.
Quando tornano a casa in una bara i familiari piangono e a loro viene data una bandiera, simbolo del sacrificio fatto per la patria. Altri muoiono senza nemmeno una sepoltura.
E’ giusto attaccare uno stato, radere al suolo intere città, far fuori tutti coloro che non hanno niente a che vedere con il processo di pulizia etnica imposto?
Le donne sono le prime a subire le conseguenze di uno sfollamento.
Le donne Yazide, per esempio, sono state violentate ripetutamente e in massa dal Daesh mentre gli uomini sono stati sottoposti alla fucilazione.
Cosa ha generato tutto questo?
Sofferenza, vergogna, senso di impotenza, rabbia.
Diceva Gino Strada che nell’ospedale di Kabul arrivavano spesso persone mutilate.
Sostavano nell’ospedale per il tempo necessario a guarire e poi volevano tornare a combattere.
Cosa spinga gli uomini ad avere un comportamento simile non è di facile comprensione ma certamente possiamo dire che il condizionamento legato al potere esistente è un primo motivo.
Potere politico e potere religioso.
Gli uomini, da sempre, sono condizionati dalla religione, dalla politica, dalla materialità, dall’oggettività, dall’ubbidienza alle logiche di potere. Durante la prima guerra mondiale i soldati che sono morti per la patria sono morti per niente perché a loro la patria non interessava.
Il concetto di patria era solo un concetto fascista che voleva far capire che era giusto morire per un concetto nobile, alto e degno di essere perseguito.
Il soldato guardava all’obbligatorietà a cui era stato sottoposto ovvero l’obbligo di leva, pertanto era costretto ad arruolarsi pena l’essere incarcerato per renitenza.
Non si parla dunque di libero arbitrio ma di costrizione.
Coloro che sceglievano di andare a combattere lo facevano grazie al tam tam imposto sulle piazze e sui giornali dal potere politico.
E poi bisogna dire che i molti giovani seguivano la coscienza imposta dalla moda e dal pensare comune cosa che invece non facevano gli anarchici che avevano nella testa ben radicata l’idea della pace e la lotta all’oppressione.
Morendo il soldato lasciava la famiglia nel caos perché magari era l’unico che lavorava e la patria, in quel caso, non interveniva e, se interveniva, per pochi spiccioli.
Dove c’è stata una guerra i terreni vengono smembrati letteralmente da bombe e cannonate.
Là dove c’erano paesaggi incantevoli ora ci sono soltanto rovine e desolazione.
In Vietnam il napalm ha bruciato ettari ed ettari di terreni, alberi, intere foreste cambiando il panorama
E’ il caso della Siria, denominata prima che la guerra la accompagnasse per lungo periodo, il giardino del Medioriente.
Oggi i giardini non si vedono più, quei giardini compaiono solo nei libri che ne riportino l’esistenza
Tra poco, quando il potere non vorrà più che se ne parli, si toglieranno anche da quei libri.
Le persone rimaste sono all’interno di ciò che rimane delle loro case, masse di cemento disadorno e riportante i segni della violenza.
L’economia è allo stremo.
Oggi chiamano i turisti in Siria.
Dicono perché contribuiscono a far rinascere l’economia.
Una fotografia mostra i turisti seduti ad un caffè con i palazzi bombardati intorno a loro.
Anche questa gente contribuisce a rafforzare il concetto di guerra.
Come si fa ad andare in un paese per turismo martoriato da anni di guerra?
Possibile trarre piacere dalla vista delle conseguenze di un bombardamento?
Nessuna riflessione a riguardo.
Si sorseggiano i caffè dilatando gli occhi sulla sofferenza.
Questo naturalmente è dovuto al loro animo oggettivo, al loro non pensare o al pensare male, al loro essere prodotto dell’ideologia capitalista che gli fa apprezzare di andare a vedere gente che ha sofferto la guerra e sta subendo le conseguenze di una devastazione.
E’ il caso della Palestina occupata.
In Gerusalemme i turisti camminano tranquillamente mentre i soldati israeliani fanno a pezzi i palestinesi.
l’indifferenza a riguardo è un altro dei motivi del perché esistono le guerre e l’Apartheid.
I soldati che recano dolore alle popolazioni sono il prodotto del condizionamento della parte del potere a cui appartengono.
Gli ordini emanati fanno si che usino la violenza che viene richiesta.
Al cannoniere viene richiesto di cannoneggiare e non importa se cannoneggiando si smembrano uomini donne e bambini
Gli è stato richiesto e lui obbedisce.
Quando entra da vincitore cosa lo porta a violentare le donne?
Certamente esiste il condizionamento militare e politico ma non esiste forse anche il suo essere assetato di violenza, il suo animo oggettivo ?
Certamente non pensa alla famiglia lasciata a casa, ai suoi bambini se ne ha, ai baci che si scambiano quando sono tra le mura.
In quel momento esiste la volontà legata all’ubbidienza e la sua personale volontà e quest’ultima prende il sopravvento.
A Sabra e Chatila c’erano ordini precisi da parte di Israele ovvero radere al suolo le due città e far fuori tutti gli oppositori e resilienti…
Quando le truppe maronite fedeli a Israele entrarono in questi campi profughi si abbandonarono ad ogni nefandezza.
Violentarono le donne, uccisero i bambini, i corpi delle persone formavano un gigantesco carnaio.
Robert Fisk disse che quando entrò in queste città le mosche lo avvertirono che era in corso un banchetto da parte loro sui corpi inermi.
“ Ce lo dissero le mosche cosa era successo “
Nel suo libro Fisk punta il dito sui miliziani che non solo obbedirono agli ordini assassini ma si abbandonarono alle crudeltà più inaudite in nome della loro personale volontà.
Sabra e Chatila sono due delle tante realtà fatte a pezzi e dilaniate dalla guerra.
A Srebrenica sono accadute le stesse cose
Dopo un’offensiva durata alcuni giorni, l’11 luglio l’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina riuscì ad entrare definitivamente nella città di Srebrenica.
I maschi dai 12 ai 77 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per essere interrogati, in realtà vennero uccisi e sepolti in fosse comuni.
Alle donne venne riservato un trattamento diverso e ve lo lascio immaginare.
Il fotografo brasiliano Sebastiao Salgado ha fermato le immagini della guerra tra Tutsi e Hutu
con la sua macchina da presa.
Il genocidio del Ruanda fu uno dei più sanguinosi episodi della storia dell’umanità,
Secondo le stime di Human Rights Watch, dal 7 aprile alla metà di luglio del1994, per circa 100 giorni, in Ruanda vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco,machete pangas e bastoni chiodati) almeno 500.000 persone
Le stime sul numero delle vittime sono tuttavia cresciute fino a raggiungere cifre dell’ordine di circa 800.000 o 1.000.000 di persone.
Le vittime furono prevalentemente di etniaTutsi, corrispondenti a circa il 20% della popolazione, ma le violenze finirono per coinvolgere anche Hutu moderati appartenenti alla maggioranza del paese.
Sebastiao Salgado riferì di aver visto corpi tagliati, fatti a pezzi da colpi di machete,
bambini segati nel mezzo, donne nude ripetutamente violentate dai soldati.
Sebastiao Salgado, dopo quella esperienza, non è più tornato a fare il corrispondente di guerra.
Quindi possiamo dire che la guerra è la conseguenza delle politiche imperialistiche dei governi, la ricerca di nuovo territorio da sfruttare l’impossessarsi delle ricchezze trovate o scoperte su quei territori, la colonizzazione in nome della democrazia.
Israele, per fare un esempio, ha colonizzato e sta colonizzando in nome della democrazia.
Gli uomini che la compiono sono vittime e non lo sanno.
Si lasciano invadere la mente da chi non ha interesse per loro e sfogano la loro repressa aggressività ubbidendo agli ordini.
Sposando la guerra sono essi stessi responsabili
La guerra è una orribile catastrofe che lascia dietro di se grida di dolore
il turismo bellico è l’ultima trovata del capitale per arraffare soldi su soldi
le immagini dei turisti nelle zone di guerra che bevono ridendo caffè portano a dire che, per usare le parole di De Andrè, per quanto si credono assolti sono per sempre coinvolti.
I fili spinati, i droni, i robot che presto andranno a sparare sul campo di battaglia sono il contorno al piatto della guerra.
Facciamo in modo che tutto finisca in una partita di calcio
lo fecero soldati tedeschi e italiani durante la prima guerra mondiale e in quell’occasione mostrarono che della guerra non gliene fregava assolutamente niente.
Il pallone era la cosa più importante perché attraverso quella partita avevano finalmente un momento di pace mentale !!!!
il coordinatore dell’ufficio immigrati Franco Marrucci.
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