Il Ministero dell’istruzione ha inviato alle scuole la nota n. 2164 del 9 dicembre 2020 per integrare quelle precedenti rispetto alle novità inserite nel DPCM del 3 dicembre inserendo anche ulteriori indicazioni operative. La nota riguarda soprattutto le scuole superiori e il ripristino dell’attività didattica in presenza, dal 7 gennaio 2021, per una quota pari al 75% .
Nella nota si dice che nelle zone gialle e arancioni “ occorre pertanto modulare il piano di lavoro del personale ATA, gli orari delle attività didattiche per docenti e studenti, nonché degli uffici amministrativi, tenendo conto della frequenza a scuola del 75 per cento della popolazione scolastica. Resta inteso che il predetto limite può essere variamente modulato (anche per classi, classi parallele, indirizzi), in considerazione delle esigenze delle istituzioni scolastiche finalizzate a garantire un ottimale svolgimento del servizio e con riferimento alle necessità di garantire le condizioni di sicurezza….”
E’ chiaro che l’introduzione di questa enorme flessibilità porterà ad un aumento dell’orario di funzionamento della scuola a parità di organico docente ed ATA (nella finanziaria non si parla di nuove assunzioni, i concorsi sono bloccati ed i pensionamenti sono tanti).
Tutto l’onere ricadrà come al solito sui lavoratori a cui verranno chiesti straordinari e imposti orari spezzati ed a cui probabilmente col rinnovo del CCNL verrà imposto un aumento di orario a parità di paga, tanto hanno ulteriormente indebolito il diritto di sciopero con l’accordo sottoscritto il 2 dicembre, firmatari i sindacati di regime Cisl, Uil, Cgil,Snals, Gilda e Anief. Nella nota si puntualizza che il cosiddetto “organico-covid” non è “organico di potenziamento” e costituisce, se docente, una risorsa per una migliore gestione dei gruppi-classe, mentre se ATA una risorsa per implementare le attività a tutela del diritto allo studio, nonché alla sicurezza e igiene degli ambienti.
Un altro punto della nota riguarda il tavolo di Coordinamento prefettizio chiamato a definire il “più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, in funzione della disponibilità di mezzi di trasporto a tal fine utilizzabili”. Si raccomanda ai dirigenti degli Uffici scolastici territoriali (ex provveditorati) che siederanno al tavolo prefettizio (a differenza dei dirigenti scolastici che sono esclusi) di attivare i “necessari momenti di confronto con i DS delle istituzioni scolastiche dei territori di competenza e il raccordo con i direttori degli USR”.
TANTI PENSIONAMENTI, PIU’ DELL’ANNO SCORSO
A settembre 2021, secondo i primi dati del ministero dell’Istruzione sulle domande di pensionamento chiuse lo scorso 7 dicembre, usciranno 27.592 docenti a cui si sommano circa 7mila unità di personale ATA, per un totale di oltre 35mila unità.
Numeri che rendono le uscite per il prossimo anno scolastico un po più alte rispetto all’anno precedente, quando i pensionamenti dei docenti sono stati 26.327.
Nel giro di due anni quindi circa 70.000 unità di personale in meno che probabilmente a settembre 2021 non verranno rimpiazzate visto il blocco dei concorsi e le mancate assunzioni in finanziaria.
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==> vedi PDF – NEWS 11-12-2020
nota-2164-del-9-dicembre-2020-trasmissione-dpcm-3-dicembre-2020