NEWS 10/6/20 ECCO IL PIANO INDECENTE PER LA NON RIPARTENZA DELLA SCUOLA: SI SALVI CHI PUO’

Si sta sempre più evidenziando qual’è il miserabile piano del governo per l’apertura delle scuole a settembre e si comprende bene perché non si è voluto assumere più personale docente ed ATA e non sono stati stanziati più soldi per l’edilizia scolastica. Per dirla in parole povere, se non riusciremo con le lotte a far invertire la rotta, avremo un “si salvi chi può”, cioè le scuole che hanno spazi da riempire con aule di cartongesso, cortili dove allestire accampamenti di fortuna, musei vicini che prestano locali, etc. faranno lezione “a tempo pieno” e chi non ha tutto ciò o manderà a casa una parte degli allievi ( da allietare con la DAD) o ridurrà in modo drastico le ore di lezione.
Infatti per far ripartire decentemente la scuola non bastano i 1,5 miliardi stanziati ma ce ne vogliono almeno 15, come aveva fatto presente il comitato di tecnici presieduto da Patrizio Bianchi ma il governo non intende percorrere questa strada e per risparmiare (tra i 37 paesi dell’OCSE l’Italia è all’ultimo posto per la percentuale di spesa pubblica riservata all’istruzione) preferisce fare “interventi mirati”, che tengano conto della realtà delle singole scuole e dei singoli territori, cioè tappare i buchi dove è possibile. Se ci sarà un incremento di personale docente sarà piccolo e momentaneo (quindi personale precario usa e getta) e solo per scuola dell’infanzia e primaria che andrà a coprire le classi in più che riusciranno a fare le scuole che hanno gli spazi ( il governo ha già messo in conto che saranno poche).
L’Unione delle province italiane, denunciava in questi giorni che «specie nelle strutture situate nei centri urbani in palazzi storici, non sarà possibile applicare rigidamente il distanziamento», e interventi di messa a norma delle scuole, per adeguarle ai nuovi parametri, «non sono fattibili, siamo a giugno è tardi per intervenire sull’edilizia», rincara il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini ma la pandemia è scoppiata a marzo, perché si è aspettato tre mesi senza fare niente? Quindi secondo il governo ogni dirigente scolastico, ogni scuola dovrà giocarsela per conto proprio raccomandandosi alle istituzioni locali.
Per la prossima settimana è attesa l’ordinanza per il rientro in classe della ministra Azzolina che è ancora in attesa dia vere il quadro delle singole realtà regionali. L’idea è di avviare tav oli di confronto regionali, così da verificare quali spazi possano essere utilizzati e dove serva e sia possibile aumentare gli organici.
Quindi la scuola secondo Azzolina riaprirà così a settembre, salvo che nelle sette regioni (Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle d’Aosta) dove sia andrà al voto nella seconda metà di settembre: infatti è passato alla camera un l’emendamento che fissa il periodo di voto per le amministrative dopo il 15 settembre. Praticamente gli istituti non farebbero in tempo ad aprire per poi dover richiudere e così in queste regioni la scuola che doveva partire prima riaprirà i battenti a ottobre.

ALCUNE NOVITA’ DEL DECRETO SCUOLA CONVERTITO IN LEGGE

Didattica a distanza obbligatoria, ma per contratto e con costi pagabili con la carta del docente, ecco la novità contenuta nella legge n° 41 di conversione che ha “sanato” alcuni vizi di legittimità delle disposizioni sulla didattica a distanza. Infatti la legge vincola il governo a negoziare con i sindacati un contratto collettivo nazionale integrativo su DAD e lavoro agile ( ma non ce ne sarebbe stato bisogno perché questo è già previsto dal Dlgs 165/2001). Solo che, messa in questo modo, diventa un vincolo anche per i sindacati che dovranno andare a contrattare la DAD tutta a carico del lavoratore, una miserevole truffa, chi firmerà?
Questo accordo integrativo dovrebbe dispiegare effetti solo fino al termine di scadenza dello stato di emergenza, cioè fino al 31 luglio ma se l’emergenza venisse prolungata……..
Il collegamento a internet privato utilizzato dai docenti per la Dad “potrà” essere pagato dai diretti interessati utilizzando i 500 euro della carta del docente ma solo per i docenti di ruolo perché i precari dovranno pagarsela di tasca propria visto che l’emendamento presentato in senato, per estendere la carta dei docenti anche ai precari non è passato.
Altra novità importante è la riapertura delle graduatorie per le supplenze che diventano provinciali e andranno in coda alle Gae (graduatorie a esaurimento). Queste graduatorie serviranno per assegnare le supplenze fino al 31 agosto e quelle fino al 30 giugno. I termini e le modalità di presentazione delle domande saranno fissati dal ministero dell’istruzione con un’ordinanza che resterà in vigore fino all’anno scolastico 2021/22.
Inoltre per le supplenze temporanee gli aspiranti avranno titolo a chiedere di essere inclusi anche nelle graduatorie d’istituto di 20 scuole della provincia scelta.

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